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Edizione del 27/03/2020
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Europa contro Europa

Tutti i nodi degli storici eurobond vengono al pettine, nel grafico: in giallo i paesi coinvolti.

La paralisi politica europea è al punto di svolta, non si può continuare a proteggere unicamente le economie forti, siamo certamente europeisti fino a che non si superi una certa gradazione di… Chiedo scusa ma il concetto è riassunto particolarmente bene.

Fuoco e fiamme durante il consiglio Europeo del 26 marzo 2019, l’asse Italo-Spagnolo, supportato dalla Francia, boccia la bozza di risoluzione iniziale dando un ultimatum all’Europa - sempre più di fatto a rappresentanza nordica. Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel dovranno presentare entro due settimane le migliori proposte per scongiurare una crisi senza precedenti.

Il presidente del parlamento europeo Sassoli, nella mattina del 27 marzo, irreprensibilmente: “ci sono le istituzioni europee che stanno combattendo per difendere i nostri cittadini, le nostre vite e la nostra democrazia, nessuno può uscire da solo da questa emergenza. Per questo la miopia e l'egoismo di alcuni governi va contrastata. Voglio essere molto chiaro: I governi nazionali non sono l'Europa”.

Al centro del dibattito vi è la creazione degli eurobond (coronabond), sostanzialmente obbligazione del debito pubblico garantiti congiuntamente da tutti i paesi dell’eurozona. Questo genera, ovviamente, nazionalismi. Le economie forti non hanno alcun interesse a garantire i debiti degli altri stati ed è proprio uno dei nodi che sta rendendo l’Europa sempre più distante da un concetto di unione sia economica che politica.

Personalmente, da alieno del sud Italia, quindi nel sud del sud dell’Europa dove davvero non c’è un minimo di servizio pubblico funzionante, posso ampiamente comprendere il disagio.

Come descritto nel precedente articolo è giunta l’ora di farsi sentire e il presidente Conte, alla guida di un'armata che ha poco di Brancaleone da Norcia , assieme ai premier di Spagna, Francia, Portogallo, Belgio, Irlanda, Grecia, Lussemburgo e Slovenia sta alzando una voce importante che impone scelte reali e concrete e che potrebbe portare più che alla frattura ad una nuova concezione dei sistemi economici. Ci potremmo trovare con due o più Europa unite formalmente ma con regimi economici differenti. Sempre parlando di fantapolitica.

In ogni caso Conte ricorda le palle di Craxi nella crisi di Sigonella facendo intendere alla Germania & co. che: “Se qualcuno dovesse pensare a meccanismi di protezione personalizzati elaborati in passato allora voglio dirlo chiaro: non disturbatevi, ve lo potete tenere, perché l'Italia non ne ha bisogno!

Pepp o mu port! ( proverbio del sud Italia ) “
(O lo battezzi) Peppe (e no Giuseppe) o me lo porto!” – (“O come dico io o niente!”)
chapeau!


di GC